lunedì 2 agosto 2010

Recensione UndergroundZine [62/100]

Gli Stige difendono il buon nome del brutal death attaccando le vostre orecchie con 6 pezzi caratterizzati dal songwriting piuttosto semplice ma efficace, alternando sapientemente slow, mid e up tempos. Il disco è suonato bene, bei soli di chitarra in linea col genere e voce assolutamente cavernosa dalla quale è difficile comprendere anche una sola parola, ma sembra mancare quella cosa che troppo spesso difetta ai gruppi death, cioè un momento che lasci il segno. Mi spiego meglio: alla fine del disco vi sarà difficile distinguere nella vostra memoria una canzone dall’altra o un passaggio che vi ha colpito in particolare. Il death metal non è notoriamente votato al ritornello commerciale, ma quando si ascoltano Obituary, Morbid Angel, Sinister, Cannibal… qualcosa resta sempre. Non si tratta comunque di una bocciatura, indubbiamente gli Stige hanno le qualità per poter migliorare e ai fan del metal estremo il disco può sicuramente piacere.

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