giovedì 16 settembre 2010

Concert interrupted by the police

Saturday, September 11 has been locked them our live half an hour after the start of the "zealous" security forces, after receiving calls from those who do not know, have disrupted our lives. Hours 23:15

That is, as usual, we live in an area (south Italy) and a nation backward and bigoted.
Fuck

lunedì 2 agosto 2010

CHRISTMORPHOSIS video

Recensione Holy Metal [5,5/10]

Gli Stige sono un’onesta brutal death metal band italiana, di Taranto per la precisione, capitanata dal membro fondatore e batterista Peppone.
Il disco che oggi recensiamo è il terzo lavoro della band, un EP di sei pezzi che esce ben tre anni dopo il demo CD “Vortex”, targato 2006.

Descrivere la musica proposta dai nostri è piuttosto semplice poiché i pezzi risultano derivativi e debitori a classici gruppi death come Six Feet Under o Cannibal Corpse.
Purtroppo però, sin dalla prima traccia ci si rende conto che il riffing non è molto ispirato, ed in generale la qualità della costruzione dei brani risulta ben distante dal songwriting dei mostri sacri sopraccitati. L’attenzione viene risvegliata saltuariamente quando gli Stige schiacciano un’po sull’acceleratore, ovvero quando la loro proposta sfocia in lidi thrash prima maniera (Kreator docet),
ma in generale l’ascolto dell’intero EP trascorre senza grandi sussulti.
Anche la produzione non rende giustizia ai momenti buoni dell’album, e tende ad appiattire ulteriormente le canzoni.
Gli Stige sono in giro ormai dal lontano 2001 ed indubbiamente ad ogni nuova uscita mostrano miglioramenti, ma non penso che questo Ep possa far gridare al miracolo nessun metal head, compresi coloro che si nutrono di death dalla mattina alla sera.
Un plauso personale va comunque tributato a tutta la band, che da quasi dieci anni si sbatte nell’underground italiano, collezionando live show in giro per lo Stivale.

“Rimandato” è il giudizio finale in merito a questo lavoro, attendendo che questi ragazzi arrivino presto ad un primo LP più maturo e compatto.

Recensione UndergroundZine [62/100]

Gli Stige difendono il buon nome del brutal death attaccando le vostre orecchie con 6 pezzi caratterizzati dal songwriting piuttosto semplice ma efficace, alternando sapientemente slow, mid e up tempos. Il disco è suonato bene, bei soli di chitarra in linea col genere e voce assolutamente cavernosa dalla quale è difficile comprendere anche una sola parola, ma sembra mancare quella cosa che troppo spesso difetta ai gruppi death, cioè un momento che lasci il segno. Mi spiego meglio: alla fine del disco vi sarà difficile distinguere nella vostra memoria una canzone dall’altra o un passaggio che vi ha colpito in particolare. Il death metal non è notoriamente votato al ritornello commerciale, ma quando si ascoltano Obituary, Morbid Angel, Sinister, Cannibal… qualcosa resta sempre. Non si tratta comunque di una bocciatura, indubbiamente gli Stige hanno le qualità per poter migliorare e ai fan del metal estremo il disco può sicuramente piacere.

mercoledì 28 aprile 2010

Recensione Metal.it 6,5/10

A tre anni dal precedente "Vortex", gli Stige si ripresentano con il loro terzo lavoro, l'EP "Christmorphosis" e sopratutto con una line-up rivoluzionata, con il solo batterista Peppone a tenere vivo il legame con la formazione originale.
Sebbene non manchino diversi rimandi al Thrash (in alcuni dei passaggi di "Century's Illness" sembra di risentire i primissimi Kreator), sopratutto nelle chitarre e più che altro nella parte iniziale di alcuni brani, la musica proposta da questo quintetto sembra emergere dalle spire di un Death Metal pesante ed ossessivo ereditato da gruppi come Six Feet Under, Cannibal Corpse o Suffocation.
Brani come la titletrack o "Unjust Life" lasciano all'ascoltatore ben poco passo per pensare: ti sommergono con un drumming devastante, riffs sparati a mille e guidati dalla voce bassa, cupa ed aggressiva di Marco, al quale si può lamentare solo la mancanza di un pizzico di dinamicità in più.
La partenza thrasheggiante di "Reign of Hypocrisy" o di "State of Confusion" (con un pizzico di melodia nel guitarwork), e sopratutto la maligna e paludosa "Stige" confermano la sensazione che variando maggiormente sul tema, gli Stige possano fare un ulteriore salto di qualità.
Già, perchè "Christmorphosis" è indubbiamente già un bel passo avanti rispetto al precedente "Vortex", sia per la discreta registrazione sia per un sound che ora si è meglio delineato.

Avanti così.